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Lucio Pasoliniano e i sabini

11/09/2008 16946 lettori
4 minuti

lucio-battistiTra le tante emozioni  che scaturiscono dal riascoltare e rivedere Battisti a 10 anni esatti dalla sua morte,  una delle più intense è di certo  rivedere con tenerezza i tratti del suo volto, e osservarne la  fisicità, che sempre in un cantante, quando si esibisce, risulta fondamentale e chiarificante della persona interiore.

I suoi tratti giovanili, così piacevoli, ricchi di immediatezza,di gioia di vivere,  di caratterizzazione di origine laziale, tratti che sarebbero tanto piaciuti anche ad un lussurioso occhio pasolinano, richiamano alla mente antiche leggende sabine,  e  più ancora la grandezza degli assalitori  romani che con la loro personalità franca e fattiva crearono un intero mondo civile.

Lucio dei progenitori romani,  sia pur rapitori di sabine, ,  aveva  il DNA, la formula che dà pienezza alla gioia di vivere, all'immediatezza, alla semplicità che furono i tratti salienti del suo genio.

Di più ancora, o di meno, Lucio conservava la contraddizione di una ritrosia e timidezza che erano l'esatta antitesi della sua immediatezza e della sua semplicità. Ed è forse davvero questo il segreto della tenerezza che il suo volto suscita dopo ancora molti anni. La sua assoluta trasparenza, la sua solo interiore facile comunicativa, erano legati a filo doppio ad inibizioni ed insicurezze. Ciò mi conferma che solo i grandi non perdono le loro debolezze. La grandezza di un artista è legata a filo doppio a ciò che da esso scaturisce, e non tutto deve essere certo levigato, limato o ben dosato.

carlo-lucio-sitoLa sua voce infatti, che rappresentò il punto di svolta del canto made in Italy in quegli anni, era esile, inadeguata. Nessuno, a parte Mogol che ha sempre avuto una sua forma di chiaroveggenza, poteva credere in lui ( ciò mi ricorda qualcosa di personale! ). Eppure mai voce fu più adatta della sua per interpretare le  sue canzoni intimiste e sincere. Aveva il suo ritmo e  un suo swing melodico innato che derivavano dalla purezza di una passione intensa. Tutti possono  e devono cantare invece, tanto più i geni, perchè come dicevo prima il canto scaturisce dall'essere e tramite il canto si riconosce la persona che hai di fronte.

Il lato ombroso del suo carattere alla fine però  vinse e lo trascinò fuori da una tensione pubblica certo poco sopportabile. Il matrimonio coincise con la sua uscita di scena : mai donna fu più ritrosa della sua,  ( anche se, quando la conobbe,  Maria Grazia amava sentirsi bella e aveva " l'incedere di una modella " ) mai famiglia di un personaggio pubblico fu meno fotografata della sua ( Lucio ha un figlio di vent'anni di cui esistono solo pochissime foto rubate ). Maria Grazia, come molte donne soggette ad una sindrome amorosa da iperpossesso del partner,  diventò,  sia pure per un solo disco, autrice dei testi al posto di Mogol.

Il cambio non fu proficuo, non fosse altro per quella sorta di lievissima aura di sensitività di cui è circonfuso Mogol il quale, anche dopo la morte di Lucio non ha mai rivelato,  per intero ma solo in piccola parte, gli incredibili  contatti ed i messaggi ricevuti dall'amico scomparso ( a parte il  famoso messaggio contenuto ne L'arcobaleno pezzo cantato da Celentano ).

I due che incisero nella psiche e nell'inconscio di milioni e milioni di italiani, vissero un rapporto intenso e semplice, culminato con la famosa cavalcata ecologica  di 21 giorni da Milano a Roma bivaccando nei boschi e dormendo avvolti da una coperta. Nessuno mai ha saputo il vero motivo del loro allontanamento incomprensibile e di certo negativo per la persona di Lucio.

Molti grandi e fragili, geniali persone non capiscono che alcuni amici sono un passaporto per le avversità, sono un parafulmine e un puntello di forza per ogni situazione complicata e difficile.

lucio-le-tre-veritaSi ha, talvolta, la  speciale fortuna di essere in due su una stessa lunghezza d'onda e, a volte, non si ha la forza di sopportare le piccole asperità o le intensità di una relazione vitale per le due persone.

D'altra parte, uno dei pezzi più intensi di Lucio ( non dimentichiamo che la sinergia tra Mogol e Battisti era profonda ) parla del coraggio di vivere che non c'è. Un coraggio che spesso manca nella vita di tutti i giorni, nei rapporti di lunga data, nelle relazioni fondamentali. Lucio, come me del resto, cantava così bene quella  splendida canzone  anche perchè la ferita era reale e vera e la sensibilità ripetutamente ferita.

Lucio ha usato le difese  che gli erano possibili, per darsi alla vita,  ma le sua fragilità ce lo hanno ugualmente consegnato,  con la sua arte, a dispetto di ogni contorsione mentale, felice, vitale, unico.